Monte Somma | Vesuvio
Esplora la storia del complesso vulcanologico del Monte Somma Vesuvio.

La formazione del complesso vulcanico Somma-Vesuvio
Il complesso vulcanico Somma-Vesuvio ha origini che risalgono a oltre 400.000 anni fa, secondo le datazioni effettuate sui più antichi depositi vulcanici sottomarini rinvenuti tramite perforazioni profonde. Tuttavia, le informazioni più precise riguardano principalmente gli ultimi 25.000 anni di attività. La sua storia vulcanica viene solitamente suddivisa in tre fasi principali.
Dalle origini all’eruzione del 79 d.C. In questo periodo si formò il primitivo vulcano, il Monte Somma, successivamente alterato da una serie di eruzioni esplosive avvenute tra 17.000 e 4.000 anni fa, che ne modificarono significativamente la struttura.
Dal 79 d.C. al 1631 Il 79 d.C. segnò una delle eruzioni più devastanti della storia, con la città di Pompei, Oplonti, Ercolano e Stabia sepolte sotto uno spesso strato di ceneri roventi e colate di fango. Nei secoli successivi si susseguirono numerose altre eruzioni, contribuendo a ridefinire l’evoluzione del vulcano.
Dal 1631 ai giorni nostri Un’altra violenta eruzione nel 1631 inaugurò un nuovo periodo di attività persistente, caratterizzato da numerosi episodi eruttivi, molti dei quali prevalentemente di tipo effusivo. L’ultimo evento eruttivo, avvenuto nel 1944, ha portato il Vesuvio alla sua attuale fase di “riposo attivo”.







La struttura del complesso vulcanico Somma-Vesuvio
Il Vesuvio è un esempio emblematico di vulcano a recinto, caratterizzato da un cono esterno tronco, il Monte Somma, che conserva parte della sua cinta craterica, seppur in gran parte demolita. Al suo interno si trova il Vesuvio, un cono più piccolo separato dal Monte Somma da un avvallamento chiamato Valle del Gigante, una parte dell'antica caldera. Si ritiene che proprio qui, durante la devastante eruzione del 79 d.C., si sia formato il Gran Cono, ovvero l'attuale Vesuvio.
La Valle del Gigante è ulteriormente suddivisa in due settori: l’Atrio del Cavallo, situato a ovest, e la Valle dell’Inferno, a est. La struttura del Monte Somma è particolarmente ben conservata sul lato settentrionale, poiché in epoca storica è stata meno soggetta alla forza distruttiva del vulcano. L’elevata parete interna ha infatti contribuito a limitare il deflusso delle lave sulle sue pendici.
I pendii del complesso vulcanico presentano una morfologia variegata e sono attraversati da profondi valloni radiali, modellati dall’erosione delle acque meteoriche. Le pareti rivolte verso il cono principale sono a strapiombo e disseminate di spuntoni e dicchi di roccia vulcanica scura. L’antico orlo craterico è segnato da una serie di cime frastagliate, denominate cognoli. Se l’altitudine e il profilo del Monte Somma sono rimasti pressoché invariati nei secoli, quelli del Vesuvio hanno subito modifiche significative a causa delle continue eruzioni, con variazioni di altezza e forma.
Il Vesuvio è classificato come vulcano poligenico e misto, caratterizzato da lave con composizioni chimiche differenti, come trachiti, tefriti e leucititi. È costituito sia da colate laviche sia da depositi piroclastici. Tutte le aree ai piedi del vulcano sono formate da terreni originati da colate di fango, che, durante le stagioni piovose, scorrono lungo i pendii più ripidi attraverso profondi e stretti valloni, detti alvei o, più comunemente, lagni. Gli alti argini, composti da accumuli di scorie laviche, sono particolarmente fertili grazie alla ricchezza di silicio e potassio, rendendoli preziosi per la vegetazione che si sviluppa nella zona.


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